Come ormai saprete, Gerardo Russillo Lab si propone non solo come un laboratorio di bellezza e benessere, ma anche come uno spazio di interazione multisettoriale. Al suo interno Gerardo e il suo team desiderano offrire un’esperienza completa alle loro clienti configurandosi come una sorta di guida dedicata al lifestyle fornendo consigli di stile che esulano dalla mera sfera dell’estetica della persona. Non a caso, infatti, all’interno del Lab, vengono proposte delle capsule collection di home decor e accessori moda scelti tra esclusivi brand artigianali Made In Italy. In questi anni spesso ci avete chiesto consigli in fatto di arredo e informazioni su chi ci avesse supportato nel restyling del Lab, oggi vogliamo rendere merito a colei che ha permesso tutto ciò. Ve la presentiamo in un’intervista dedicata a Ester Cavallari, la nostra meravigliosa Interior Designer autrice del makeover di Gerardo Russillo Lab.

Intervista a Ester Cavallari

Buongiorno Ester, come è nata la passione per l’architettura e più in particolare per l’interior design?

La passione per il bello ha sempre caratterizzato la mia vita fin dall’adolescenza: a differenza delle mie coetanee, non compravo riviste di moda, ma d’arredo. Quando guardavo un film ero immensamente attratta dall’ambiente, dagli arredi più che dai personaggi stessi. Arrivata all’università scelsi un percorso di studi che nulla ha a che vedere con la professione che ho scelto di esercitare, infatti mi sono laureata in giurisprudenza. Ma come spesso accade ciò che ti piace fare è ciò che sai fare meglio.

Ho poi aperto un negozio d’arredo di interno BBK in via Margutta, da lì ho iniziato a viaggiare e a formarmi con uno stile nord europeo, ricercando pezzi unici e innovativi. Per oltre un decennio ho viaggiato per il continente, in particolare tra Francia e Belgio, partecipando a numerose fiere internazionali. Il mio obiettivo era portare a Roma un gusto nordico, da lì ho iniziato a lavorare all’arredo di secondo case per diversi clienti attraverso un passaparola virtuoso.

Quando incontri un cliente per realizzare un interior, qual è la prima domanda che poni?

Mi piace chiacchierare a lungo con i miei clienti, sentire la loro storia, perché hanno scelto proprio quella casa. Cerco di capire perché hanno deciso di prenderla lì piuttosto che altrove, chiedo loro cosa vorrebbero che la casa comunicasse a loro e ai loro amici. Adotto un approccio maieutico, non ho dei canoni standard, ogni cliente ha un’idea diversa di casa e il mio obiettivo è tirarla fuori. Non deve essere la casa dell’architetto, ma la casa di chi ci abita.

L’arredatore deve essere un bravo psicologo.

Intervista a Ester Cavallari

Come combini funzionalità e bellezza?

Il professionista deve dare la corretta funzionalità allo spazio che allo stesso tempo deve però mantenere l’armonia d’insieme che manca al proprietario. L’obiettivo è immaginare lo spazio come può muoversi e modificarsi nella vita del day by day, rendendolo pratico, ma accogliente e gradevole al tempo stesso.

Ad oggi qual è il tuo progetto preferito e perché?

Una Villa in Sardegna realizzata per dei clienti/amici, si trattava di una casa sul mare ricevuta in eredità. L’abbiamo stravolta completamente perché la pianta era costrittiva e gli ambienti erano piccoli. Posso però dire che è stato un lavoro di progettazione a quattro mani in accordo con la padrona di casa persona molto sensibile, che ha messo del suo, pur affidandosi. Così abbiamo fatto parlare la natura che c’era intorno, utilizzando i materiali del luogo naturali. Il lavoro svolto è stato più di sottrazione che non di aggiunta.

Un consiglio a chi vorrebbe decorare casa propria da sé?

Andare in giro per la città e osservare, cosa che abbiamo un po’ dimenticato nell’odierna frenesia e che dovremmo imparare a riscoprire. Annotare uno scorcio che colpisce, un materiale che piace perché magari da una sensazione di serenità, documentarsi su riviste di settore internazionali, ma soprattutto capire “Cosa fa stare bene”. Il buon gusto non costa, si può fare una bella casa, abbinando un mobile Ikea con il vecchio mobile della nonna, anzi il mix & match è il segreto!

Intervista a Ester Cavallari

Come è cambiato il modo di vivere la casa e gli spazi con il Covid? In che direzione sta andando il mondo del design?

Enormemente cambiato, ed è il motivo per cui il settore immobiliare dell’abitazione non ha risentito della crisi. Le persone hanno riscoperto l’importanza degli spazi domestici, il senso del bello, del vivere intimo. Insomma stiamo assistendo ad una vera e propria inversione di tendenza. Le persone hanno ridato importanza al proprio ambiente casalingo, alla luce, alle altezze e rivalutato la necessità dello spazio esterno, che sia un semplice balconcino o una terrazza. Per questo oggi i lavori più richiesti sono quelli di riconversione degli spazi domestici, che permettano alle persone di lavorare in smart working nella propria abitazione, pur mantenendo il senso di casa, garantendo quindi il giusto stacco tra vita privata/familiare e professionale.

Qual è l’emozione più bella nel tuo lavoro?

Andare via e capire che il cliente ha partecipato attivamente alla ristrutturazione, lasciare la casa un po’ come Mary Poppins alla fine del film lascia i bambini ai loro genitori sentendo di essere stata parte attiva di un cambiamento. I clienti si devono sentire a casa fin dal primo giorno, non devono avere la percezione di stare in una stanza d’albergo che seppur bellissima, rimane anonima. Dal primo giorno si sentono gli abitanti di quella casa perché hanno lavorato in sinergia con l’architetto. E forse è per questo che spesso i miei clienti diventano amici.

Intervista a Ester Cavallari

Parlaci del lavoro che hai svolto qui per Gerardo Russillo Lab e come hai conosciuto Fabio e Gerardo?

Gerardo e Fabio mi sono stati presentati da un’amica comune a cui avevo ristrutturato casa. Sono stata contattata per fare un restyling del salone. Recandomi sul posto ho capito che era lo stesso il salone dove molti anni prima veniva mia madre a farei capelli, quindi è stata una grandissima emozione tornare nel posto dove venivo quando ero ragazzina. Da lì è nata subito una simpatia con Fabio, un forte spirito creativo e innovativo. Si è creato un bellissimo lavoro di squadra.

Il salone risaliva agli anni ‘80 in cui, all’epoca, fu effettuata una ristrutturazione di pregio. Insieme abbiamo deciso di non smantellare, ma di mantenere una continuità con il passato. Fare un restyling è sempre più difficile che azzerare e ripartire da capo, ma con Fabio c’è stata una vera e propria collaborazione che ci ha permesso di dare vita a quello che oggi non è solo un salone di bellezza, ma un vero e proprio spazio multisettoriale.

Ho letto subito in Fabio e Gerardo la volontà di rendere il posto accogliente, fiabesco, un posto dove perdersi un po’ come Alice nel paese delle Meraviglie. Per questo abbiamo deciso di utilizzare una carta da parati con dei prismi color pastello e un arredo vellutato che comunica relax.

All’ingresso della reception la lampada Rabbit ci conduce subito in una dimensione parallela dove poter scaricare stress, tensioni della frenetica vita urbana, per concedersi le meritate coccole.

 

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